DISCLAIMER: I do not own the rights of the music - will be removed upon request. Buy the real thing, be it digital or physical, in full quality: Country: Italy Genre: Rock Progressivo Italiano 1. La Paura 00:00 2. Un Re Senza Reame 06:02 3. Un Uomo 11:09 4. Scacco Al Re Lot 16:05 5. Il Vento, La Luna E Pulcini Blu 20:39 6. Waiting 30:36 bonus tracks on 2007 BTF reissue: 7. Strisce Rosse 33:46 8. Delirio 36:50 9. Risveglio 39:46 10. Un Attimo Fa 42:59 11. Chiama Una Rondine 46:14 12. Estate 70 48:35 on “Uno“: Angelo Giardinelli - chitarra, voce Lino Stopponi - tastiere Pasquale “Windy“ Cavallo - basso Roberto Balocco - batteria on “Strisce rosse“ e “Delirio“: Angelo Giardinelli - chitarra, voce Giorgio Brandi - tastiere, chitarra, voce in Delirio Carlo Bruno - basso Filippo Carnevale - batteria, chitarra E' il '71 quando la storica Vedette di Armando Sciascia pubblica “Uno“, oscura ed aurorale opera del progressive nostrano ad opera dei Panna Fredda. Ma non si tratta, purtroppo, dell'inizio di una promettente e meritata carriera: quando l'album vede la luce il gruppo è praticamente alla fine del suo ciclo vitale. La pubblicazione slitta di mesi rispetto alla registrazione e al lancio non segue la meritata pubblicità, e tutto finisce lì. Noti già da qualche anno (come “Figli del Sole“) nel circuito laziale, protagonisti di un'ottima esibizione al festival di Caracalla del '70, i Panna Fredda pubblicano il fortunato “Delirio/Strisce Rosse“ in classifica per quattro settimane sul mitico Bandiera Gialla della coppia Boncompagni/Arbore (a sua volta in procinto di chiudere i battenti); seguirà un nuovo singolo (“Una luce accesa troverai/Vedo lei“) che non avrà altrettanta fortuna. Di questa attività l'edizione del 2007 in mini-lp CD della Btf da' testimonianza con l'aggiunta di ben sei bonus tracks, nettamente avulse dal corpo dell'opera, nondimeno godibili e storicamente molto interessanti per comprendere l'evoluzione - in tal senso velocissima - melodica della band. IL GRANDE MAGO SI E' NASCOSTO/DIETRO AL MONDO /SOPRA IL TEMPO Non rimane allora che mettere da parte la malinconia per un ennesimo, possibile futuro mancato e immergersi nelle pieghe dell'album. E ne vale assolutamente la pena, per più di un motivo: difficile trovare nel '71 un'opera capace di preconizzare la scena che di lì a poco seguirà. Dal corpo dell'album emergono autentici colpi di classe degni di menzione: il gioco tastiera-batteria sul finale di “Un uomo senza reame“; la splendida trama vocale di “Scacco al Re Lot“, che trasuda medievalita vocale e melodica, unita a qualche rimando crimsoniano (“In the court of Crimson King“ udibile agli orecchi più allenati, nell'interludio di synth): lo scherzo di inno tricolore che nel medesimo brano s'apre nel bellissimo cameo acustico a seguire; la complessa e difficile “Il vento, la luna e pulcini blu“, erudito e sincopato sversamento di suoni e stili (si presti ascolto al gorgo elettronico attorno al quarto minuto, che pare risucchiare il mondo acustico che lo avvolge come da un secolo ed un millennio lontani); su tutte, la maestria di Giardinelli autore dei pezzi, dei testi e - cosa non da poco - splendido e convincente vocalist. (FULL REVIEW : )
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