Giulio Cesare Andrea Evola, che in seguito si farà chiamare Julius, nasce a Roma alla fine dell’Ottocento da una famiglia aristocratica e cattolica di lontane origini spagnole. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dalla professoressa Alessandra Tarquini a “Passato e Presente”. Evola è un pittore, un poeta, un filosofo, un saggista e tutte le sue attività concorrono alla definizione di un pensiero controverso. Massimo assertore della tradizione che contrappone alla degenerazione del mondo moderno, è fautore di una società aristocratica basata sul principio della gerarchia, sulla differenza tra gli uomini, antidemocratico, anticomunista, antiborghese, fascista, per alcuni più a destra del fascismo stesso. Nucleo fondamentale delle sue concezioni teoriche è il razzismo dello spirito, dell’anima, della cultura, che si aggiunge a quello biologico professato dal nazionalsocialismo. Nel secondo dopoguerra le sue opere vengono riscoperte in particolare dai giovani appartenenti alla destra radicale che si ispirano alle sue tesi e lo erigono a loro principale maestro.
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