Negli ultimi anni per la sclerosi multipla sono state messe a punto terapie innovative che hanno l'obiettivo di bloccare la progressione di malattia e prevenire la disabilità. Oggi la classe di farmaci ad alta efficacia è considerata quella che può dare miglior controllo di malattia per evitare nuove lesioni, la progressione del danno e prevenire la disabilità. i Dati a 6 anni di ofatumumab per la forma recidivante remittente (forma che interessa circa l’85% delle persone diagnosticate solo in Italia) ha dimostrato efficacia duratura e profonda e da poco è disponibile anche in somministrazione domiciliare, evitando così di doversi recare in ospedale: resta fondamentale una diagnosi precoce e un inizio di trattamento tempestivo nella sclerosi multipla perchè ultime ricerche dimostrano che anche in assenza di ricadute cliniche esiste una infiammazione “strisciante“ detta smoldering che continua a creare danno nel tempo ed è quindi importante bloccare al più presto questa progressione silente. Gli ultimi studi dimostrano che l'inizio precoce di un trattamento ad alta efficacia, come ofatumumab, può avere esiti positivi a lungo termine nel controllo della progressione e nella prevenzione della disabilità. Ofatumumab è il primo anticorpo monoclonale (mAb) anti-CD20 completamente umano, autosomministrato una volta al mese mediante iniezione sottocutanea. 2 studi hanno dimostrato che il trattamento con ofatumumab fino a sei anni continua a essere ben tollerato dai pazienti con sclerosi multipla recidivante di recente diagnosi, sia per le ricadute che per l'attività delle lesioni alla risonanza magnetica. Ne abbiamo parlato con il Prof. Claudio Gasperini, Responsabile del Gruppo di lavoro Sclerosi Multipla della Società Italiana di Neurologia e Direttore della Neurologia del San Camillo Forlanini di Roma.
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