CINEMA D'ASCOLTO è un saggio di Mariangela Ungaro che racconta la Storia dell'umanità attraverso il Suono del Cinema a livello mondiale, dalle origini della settima arte ai giorni nostri. Acquistabile qui: Cabaret è un film musicale del 1972, diretto e prodotto da Bob Fosse La musica di questo film, di John Kander, ha un ruolo preponderante nel film, è la semantica immanente del film, fa addirittura le veci del coro greco nel teatro classico, commentando quanto abbiamo visto nel film, e i loro interventi IN, cioè dal vivo, si svolgono sempre a teatro: il caso non esiste. Il film fa fin da subito una scelta musicale notevole: mentre scorrono i titoli di testa, sentiamo il tipico quanto anonimo people sound ...Ascoltiamo una tromba che si sta scaldando e a seguire altri di con il nome del regista, colpo di piatto sincronizzato sulla scritta Berlino 1931, volto dell'artista, ikl cosiddetto “!maestro di cerimonie“ Joel Grey, anche autore di alcuni brani presenti nel film: inizia a cantare la celeberrima “Cabaret“ brano di J. Kander, testo di Fred Ebbs. La musica prosegue IN quando è la musica del locale, mentre diventa commento alle scene di un giovane dall'aria luminosa che scende da un treno. Come a dire...“Il cinema l'ha inventato il treno“ ma senza la musica giusta non avrebbe la sua anima, mi viene da aggiungere. Prosegue la lunga sequenza musicale (....) Trovo notevole cla scena del bacio tra Sally e Brian: tutto si svolge nel silenzio. Perchè? Abbiamo sentito musica di commento molto spesso, e quel bacio così spontaneo quanto inaspettato sconcerta come il silenzio: lo stupore ha il suono del silenzio. Il silenzio è il suono dello stupore. Oltre che della saggezza. I due si sorridono dopo essersi baciati: iniziamo a sentire “ Maybe this time“ e nelle parti strumentali, quando non vediamo Liza cantare a voce spiegata, vediamo Liza a letto col professore e li sentiamo chiacchierare o guardarsi intensamente in silenzio, mentre la musica cresce d'intensità, sostituendosi alla loro passione che si accende. “Money“ irrompe subito dopo, ovviamente nel momento perfetto, eseguito dal vivo, dopo che Liza ha conosciuto un sedicente giovane ricco barone teutonico che l'aiuta ad esprimersi in lingua tedesca. Liza ringrazia e si mette a civettare... Liza, il Barone e il professore diventano un improbabile terzetto di per locali, si danno a piaceri di vario genere non ben esplicitati, mentre la musica, sempre in versione IN (“Two ladies“ di J. Grey, rappresentato in teatro), commenta, a doppio ruolo, attrverso la drammatizzazione, il cosiddetto menage a trois, a rovescio però. Liza balla in sottoveste davanti al barone e al professore sulle note di “Sitting Pretty“ di Ralph Burns. (.......) Il film prosegue con le sue vicende personali: una timida tromba sordinata accompagna lo sconforto dei due ragazzi quando, saputo che Liza è incinta, devono vendersi i regali costosi del barone, che nel frattempo è uscito dalla loro vita. A commentare quanto appena accaduto in scena, (una vicenda sentimentale tra un amico del professore e la signorina Cost) ci pensa la scena a teatro che vediamo subito dopo: il capocomico, con una scimmia partner si esibisce in una scenetta sulle note “If You could sea her“. “Perchè il mondo non può vivere e lasciar vivere?“ La risposta, amico mio, si perde nel vento. Siamo alla fine del film: Sally ha abortito il figlio che portava in grembo, dice addio al suo professore, dopodichè parte. La ritroviamo sul palco a cantare la splendida “Cabaret“ per l'ultima volta. Sappiamo bene che il fumoso e irripetibile mondo del Kit Kat è finito, ne restano i ricordi come un affresco della memoria che comincia a sbiadire.
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