Il film racconta gli ultimi anni della vita del filosofo nolano Giordano Bruno, dal 1592 fino all’uccisione nel 1600. Inizia a Venezia con una processione commemorativa della battaglia di Lepanto da cui Giordano Bruno prenderà spunto per condannare l’uso della violenza da parte della religione. Giovanni Francesco Mocenigo, che lo ospita per imparare da lui i segreti della memoria e della magia, è spaventato da questo personaggio spregiudicato e, anche per non incorrere in problemi con l’Inquisizione veneziana lo denuncia... Il film è il ritratto a tutto tondo di una vittima del potere, in una società che considerava ancora eretica e blasfema l’ipotesi di una distinzione fra fede e scienza. Da ricordare un intenso e indimenticabile Gian Maria Volonté, e una ricostruzione visiva di Venezia ricalcata sui chiaroscuri dei grandi pittori del Cinquecento, valorizzata dalla fotografia di Vittorio Storaro e dalle musiche di Ennio Morricone.
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