Lo scorso 12 dicembre, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant assicurava che Hamas si trovava ormai sull’orlo del collasso. «Abbiamo – dichiarò trionfalmente Gallant – circondato le ultime roccaforti di Hamas a Jabaliya e Shejaiya. Le stese forze considerate invincibili, preparatesi per anni a combatterci, sono sul punto di essere smantellate». A un mese di distanza, sembra che il conflitto abbia preso una piega ben diversa da quella ricavabile dalle dichiarazioni del ministro della Difesa di Tel Aviv. Di qui il tentativo, da parte della classe dirigente israeliana, di procedere a un “riorientamento” operativo apparentemente consistente nel compensare alla mancanza di risultati sul campo di battaglia di Gaza con un allargamento del conflitto.
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