Il 20 maggio 2013 è scomparso in Brasile all’improvviso, senza tanto clamore, ANTONIO MENEGHETTI. Chi era? A questa domanda penso nessuno sia in grado di dare una risposta, neppure io che l’ho incontrato e intervistato per più di un’ora un anno prima, il 31 marzo 2012, nel suo centro d’arte a Marudo, vicino a Lodi. La prima volta che sentii parlare di lui fu quando mi dissero che il popolare conduttore televisivo Andrea Pezzi “si stava rovinando” perché era diventato seguace di un guru che si definiva Ontopsicologo. Questa notizia mi ha lasciato indifferente, anche perché avevano detto la stessa cosa di me quando divenni vegetariano e frequentavo la Engel di Forlì e Bruno che l’ha concepita e ideata. Dicevano che ero in una setta, come peraltro è stato definito il gruppo di persone che hanno dato fiducia a Meneghetti e si sono affidate ai suoi insegnamenti. C’è un episodio particolare che mi lega a lui. Alcuni anni fa il mio treno per Roma si fermò ad Orte perché quello davanti era deragliato. Nessun taxi o pullman per raggiungere la capitale. Fuori dalla stazione ho notato un tipo alto, Stefano Selvatici, che stava aspettando un’auto insieme a un’altra persona. Ho chiesto un passaggio e mi sono ritrovato con lui stipato nel baule di una Fiat familiare in mezzo a cavi e attrezzi da elettricista. In quel viaggio scomodissimo verso Roma siamo diventati amici. Non sapevo che l’elettricista che guidava avrebbe successivamente parlato di me col Prof. Antonio Meneghetti e che lui gli aveva chiesto di portarmi a seguito mi parlarono di Meneghetti anche questo Stefano Selvatici (che trovavo bizzarro per non dire folle e simpaticissimo) e la sua compagna Monica. Mi dissero che passavano l’estate in un suo centro a Borgo Trevi in Umbria e insistevano perché andassi a conoscerlo. Ma non era ancora il momento. Poco più di 1 anno fa, per un periodo ci siamo sentiti con Andrea Pezzi e gli ho chiesto se riteneva importante che io facessi un’intervista al Prof. Lui mi disse che se accettava assolutamente dovevo farla, anche perché ne faceva pochissime e non si apriva mai con nessuno. Mi raccontò anche che a suo nome a San Pietroburgo avevano aperto la facoltà universitaria di Ontopsicologia e che, sebbene si fosse defilato in Italia, Antonio Meneghetti era famosissimo in vari paesi del mondo, soprattutto Russia e Brasile. La sera prima di andare da lui ho letto su internet delle tante persecuzioni giudiziarie che lo avevano coinvolto. Troppe perché fossero tutte fondate. Ho scoperto anche che era un frate e che, dopo aver lasciato il saio, era diventato ricchissimo. Avevo visto che faceva quadri e oggetti di design. Naturalmente i pareri su di lui erano contrastanti. Tutto quanto avevo letto mi era scivolato via, lasciandomi solo una gran desiderio di guardarlo negli occhi. Una volta arrivato a Marudo, Monica mi ha portato dentro la sua Galleria OntoArte, poi mi ha lasciato solo, con la mia telecamera. Lui è arrivato, sì è seduto sulla poltrona che ha disegnato, tra i suoi quadri e sculture. Poi si è tolto cappello e occhiali da sole e abbiamo iniziato a parlare. Dopo più di un’ora, mentre stava sempre più aprendosi e con serenità parlava senza freni, improvvisamente ha detto: “Basta” Si è alzato e guardandomi ha continuato: “È stato bravo. Non ho mai parlato così” – Perché? “Perché lei è una brava persona. L’ho visto dietro i suoi occhi… Dietro i suoi occhi c’è ancora la sua anima, tutta quanta. Continui a tenersela e a fare quello che le consentono di fare” Da questa sua frase ho capito che a lui non è stato consentito, perlomeno in Italia. Ha lamentato la violenza della magistratura. Ha sorriso. Ho terminato facendo il regista: “È perfetto che lei se ne va e mi rimane la sua immagine”. Lui è uscito nel silenzio, rotto solo dai suoi passi. Io ho inquadrato la sua foto grande, stampata su un vetro trasparente. Ed è quello che rimane. Mi hanno detto che aveva visto l’intervista su Roxy Bar Tv, fatto strano per uno che non amava rivedersi. Che gli era piaciuta molto. Chi lo ha amato trova sia un documento unico e prezioso. Walter De Silva, mio amico e famoso designer di auto, mi ripete sempre che sono un ricercatore di anime… Chissà se anche questa volta l’ho fotografata. Le fonti ufficiali lo descrivono così: Antonio Meneghetti (1936-2013) nasce da famiglia di umili origini. Studia in seminario e consegue la Laurea in Filosofia e tre dottorati in Teologia, Filosofia e Sociologia. Insegna presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino a Roma. Pubblica la sua prima monografia “Ontopsicologia dell’uomo”. Nel 1971 lascia l’insegnamento per aprire un proprio studio a Roma dove esercita l’attività di psicoterapia per oltre dieci anni. Insignito più volte del Premio Cultura dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana (1980, 1987, 1989). Nel 1998 riceve il titolo di Grand Doctor Nauk in Scienze Psicologiche rilasciato dalla Suprema Corte Interaccademica della Federazione Russa.
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