Dall’aumentata bellezza di Beatrice Dante capisce di esser passato al cielo di Venere. Si accosta al poeta l’anima di Carlo Martello d’Angiò, che pur non presentandosi direttamente, parla del rammarico di non aver potuto mostrare a Dante Alighieri il suo affetto e indica i territori che avrebbe conquistato, se non fosse morto prematuramente. Il dialogo prosegue sulla diversità dei caratteri umani, dalla quale consegue l’assunzione di ruoli diversi: le attitudini dei singoli provengono dalla volontà celeste.
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