Il video ufficiale del brano “Nei giardini che nessuno sa“, estratto dall'album di Renato Zero “L'Imperfetto“ - 1994. Iscriviti al canale, non perdere tutte le novità e i video! Testo NEI GIARDINI CHE NESSUNO SA Senti quella pelle ruvida Un gran freddo dentro l'anima Fa fatica anche una lacrima a scendere giù Troppe attese dietro l'angolo Gioie che non ti appartengono Questo tempo inconciliabile gioca contro di te Ecco come si finisce poi Inchiodati a una finestra noi Spettatori malinconici di felicità impossibili Tanti viaggi rimandati e già Valigie vuote da un'eternità Quel dolore che non sai cos'è Solo lui non ti abbandonerà... mai, oh mai... È un rifugio quel malessere Troppa fretta in quel tuo crescere Non si fanno più miracoli Adesso non più Non dar retta a quelle bambole Non toccare quelle pillole Quella suora ha un bel carattere Ci sa fare con le anime Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi L'energia, l'allegria per strapparti ancora sorrisi Dirti sì, sempre sì e riuscire a farti volare Dove vuoi, dove sai senza più quel peso sul cuore Nasconderti le nuove, quell'inverno che ti fa male Curarti le ferite e poi qualche dente in più per mangiare E poi vederti ridere e poi vederti correre ancora Dimentica, c'è chi dimentica distrattamente un fiore una domenica E poi silenzi... E poi silenzi... Silenzi Nei giardini che nessuno sa si respira l'inutilità C'è rispetto grande pulizia, è quasi follia Non sai com'è bello stringerti Ritrovarsi qui a difenderti E vestirti e pettinarti sì e sussurrarti non arrenderti Nei giardini che nessuno sa quanta vita si trascina qua Solo acciacchi piccole anemie, siamo niente senza fantasie Sorreggili, aiutali, ti prego non lasciarli cadere Esili, fragili non negargli un po' del tuo amore Stelle che ora tacciono, ma daranno un senso al quel cielo Gli uomini non brillano se non sono stelle anche loro Mani che ora tremano perché il vento soffia più forte Non lasciarli adesso no, che non li sorprenda la morte Siamo noi gli inabili che pur avendo a volte non diamo Dimentica, c'è chi dimentica distrattamente un fiore una domenica E poi silenzi... E poi silenzi... Silenzi
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