Singolo pubblicato nel 1968, ultimo 45 giri inciso per l’etichetta discografica Curci, anche se Il brano era stato già pubblicato l’anno precedente nell’album “Modugno“. La canzone è stata scritta da Pier Paolo Pasolini con musica di Domenico Modugno ed era inclusa nel film a episodi Capriccio all’italiana del 1968 nell’episodio “Che cosa sono le nuvole?” diretto appunto da Pasolini e recitato anche da Modugno. Il film, che tratta poeticamente e metaforicamente dell’amore e del significato della vita, è ispirato all’Otello di William Shakespeare, ed alcuni versi della canzone sono tratti dalla stessa opera. «Ch’io possa esser dannato se non ti amo. E se così non fosse non capirei più niente. (Perdition catch my soul, /But I do love thee! And when I love thee not, / Chaos is come again, Atto III, 3) Tutto il mio folle amore lo soffia il cielo , lo soffia il cielo… così (All my fond love thus I blow to heaven, atto III,3) Ah! Malerba soavemente delicata di un profumo che dà gli spasimi! Ah! tu non fossi mai nata! (O thou weed! /Who art so lovely fair and smell so sweet / That the sense aches at thee, would thou hadst ne’er been born. Atto IV,2) Tutto il mio folle amore ecc. Il derubato che sorride ruba qualcosa al ladro, ma il derubato che piange, ruba qualcosa a se stesso. (The robb’d that smiles steals something from the thief,/ He robs himself that spends a bootless grief. Atto I,3) Perciò io mi dico finché sorriderò, tu non sarai perduta. (We lose it not so long as we can smile. Atto I, 3) Ma queste son parole e non ho mai sentito che un cuore, un cuore affranto si cura con l’udito (But words are words; I never yet did hear / That the bruis’d heart was pierced through the ear. Atto I, 3) / Tutto il mio folle amore ecc.» Le prime tre citazioni sono battute di Otello. Le altre si riferiscono al dialogo tra il Doge e il padre di Desdemona.
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