Myvideo

Guest

Login

IANVA - Dov'eri tu quel giorno + Prologo

Uploaded By: Myvideo
1 view
0
0 votes
0

Il futuro è imminente e apocalittico. I figli sono strappati alla somiglianza coi padri e proiettati verso un domani, che pur conservando i problemi e le miserie dell'oggi, sarà pur tuttavia differente per qualcosa di immenso e oscuro. E penso a coloro che remoti e sprezzanti mentre tutto ciò accade, non hanno che cretini doveri da continuare a imporre: il progresso, lo sviluppo, le liberalizzazioni, la tolleranza, l'ecumenismo. Non si accorgono che la degenerazione di un paese, è avvenuta proprio attraverso la degenerazione dei loro valori. Non si accorgono che non c'è soluzione di continuità tra coloro che sono tecnicamente criminali e coloro che non lo sono, e che il modello di insolenza, disumanità, spietatezza è identico per quello che fu il popolo e oggi è massa. L'accettazione di ciò avviene attraverso il più untuoso degli alibi: quello di un'ostentata ed enfatica ansia democratica. Come non rimpiangere dunque l'Italia che conoscemmo ragazzi, dove le apparenze parevano dotate del dono dell'eternità. Si poteva appassionatamente credere nella rivolta, o nella rivoluzione, che tanto quella meravigliosa cosa che era la forma della vita non sarebbe mai cambiata. Dove ci si poteva sentire eroi del mutamento e della novità, perchè a dare coraggio e forza, era la certezza che le città e gli uomini nel loro aspetto profondo e bello, non sarebbero mai mutati. Dove persino i ladri e i delinquenti avevano una qualità meravigliosa: non erano mai volgari, come presi da una loro ispirazione a violare le leggi. Accettavano il loro destino di banditi sapendo, con leggerezza o con antico sentimento di colpa, di essere in torto contro una società di cui essi conoscevano direttamente solo il bene: l'onestà dei padri, e delle madri. C'è stato un tempo in cui la convinzione Di non avere torti, ma un'unica ragione Fu più diffusa nell'aria dei pollini d'aprile: Una forza immaginaria, ma dubitarne era da vile. La presunzione, senza contraddittorio, Di avere messo a punto il piglio necessario Per risputare quei rospi che ci fecero ingoiare Proprio dritti su quei loro grugni di latte andato a male. Dov'eri tu quel giorno? Ricordi o no? Dov'eri tu quel giorno? Te lo dirò... Cantavi nel coro più forte che mai Senza incrinature, adesso lo sai. Con toni d'imperio la tua voce copriva La mia che una qualche incertezza tradiva. Poi venne il giorno che dall'alto d'un balcone Ci s'intimò di scegliere tra il pane ed i cannoni: Se si fu fessi a tal punto da lasciare risposta al coro Poi lo fummo doppiamente... A non esigerli davvero. Ora ch'è chiaro, lampante come il sole Che tutto quel drizzare di gobbe fu un'orgia di parole C'è ressa per offrire servizio a chi forza l'ha sul serio Puntuali come quei treni che arrivavano in orario. Dov'eri tu quel giorno? Che è ieri poi... Dov'eri tu quel giorno? Puoi dirlo, vuoi? Su un nuovo spartito spalanchi la bocca Un ciclo è esaurito e sotto a chi tocca! Fratelli di ieri già oggi da odiare, Ma ancora la spunta il più lesto a cantare... “Ma io che forse tra i fessi ero il più fesso Qualcosa da ridire lo avrei di nuovo adesso: Ad accorrere festanti in soccorso a chi già vince Ci si mette addosso un gran brutto cencio Che nei secoli non stinge Non stinge... Non stinge...“

Share with your friends

Link:

Embed:

Video Size:

Custom size:

x

Add to Playlist:

Favorites
My Playlist
Watch Later