Nel carcere Spielberg, Pellico sopravvive unicamente grazie al supporto del carceriere Schiller, di grande nobiltà d’animo, e ai colloqui col vicino di cella, il conte Oroboni, gravemente malato. Dopo quattro anni e la morte di Oroboni, Pellico vive senza sapere niente dei suoi e, se non fosse per la fede, cederebbe al suicidio. Finalmente viene trasferito nella sua cella l’amico Pietro Maroncelli, cui ben presto amputeranno una gamba a causa di una ferita infetta.
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