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Le grandi simulazioni cosmologiche rappresentano per gli astrofisici ciò che per i piloti d’aerei sono i simulatori di volo. Strumenti avanzatissimi, informati e curati in ogni dettaglio per comportarsi come un vero aereo, indispensabili non solo per imparare a volare ma anche per affinare la teoria del volo, capire cos’è accaduto quando qualcosa non ha funzionato. Le grandi simulazioni cosmologiche permettono proprio questo: avere un universo nel proprio computer, in quasi tutto e per tutto identico a quello reale, a basso costo, da usare in piena libertà per mettere alla prova teorie, modelli, interpretazioni dei dati. E per sviluppare gli strumenti che poi serviranno quando occorrerà sporcarsi le mani con i dati veri, i costosissimi big data, tutti da ripulire e interpretare, che arriveranno dalle osservazioni dell’universo reale. Ne esistono varie, di queste simulazioni, e l’ultima arrivata – non sorprende più di tanto, considerando l’inarrestabile progresso delle tecnologie informatiche – ha caratterist
