C’eravamo tanto amati Per un anno e forse più C’eravamo poi lasciati Non ricordo come fu Ma una sera c’incontrammo Per fatal combinazion Perché insieme riparammo Per la pioggia, in un porton Elegante nel suo velo Con un bianco cappellin Dolci gli occhi suoi di cielo Sempre mesto il suo visin Ed io pensavo ad un sogno lontano A una stanzetta d’un ultimo piano Quando d’inverno al mio cuor si stringeva Come pioveva, come pioveva “Come stai?“ le chiesi a un tratto “Bene, grazie“, disse, “e tu?“ “Non c’e’ male“ e poi distratto “Guarda che acqua viene giù“ “Che m’importa se mi bagno Tanto a casa debbo andar“ “Ho l’ombrello, t’accompagno“ “Grazie, non ti disturbar“ Passa tempo, una vettura Io la chiamo, lei fa, “No“ Dico, “Via, senza paura Su montiamo“, lei montò Così pian piano io le presi la mano Mentre il pensiero vagava lontano Quando d’inverno al mio cuor si stringeva Come pioveva, come pioveva Ma il ricordo del passato Fu per lei il più gran dolor Perché al mondo aveva dato La bellezza ed il candor Così quando al suo portone Un sorriso mi abbozzò Nei begli occhi di passione Una lacrima spuntò Io non l’ho più riveduta Se è felice, chi lo sa Ma se è ricca, o se è perduta Ella ognor rimpiangerà Quando una sera in un sogno lontano Nella vettura io le presi la mano Quando salvare ella ancor si poteva Come pioveva, Così piangeva !
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