Le forze armate russe avanzano lungo ampi settori del fronte ucraino, accelerano il processo di riconquista dei territori del Kursk interessati dalla penetrazione dell’esercito di Kiev e colpiscono con devastanti attacchi missilistici infrastrutture critiche, come l’accademia militare di Poltava centrata da un Iskander lo scorso 3 settembre. Dietro sollecitazione di Kiev, Washington e Londra valutano la possibilità di autorizzare l’esercito ucraino a impiegare armi a lungo raggio fornite dai Paesi Nato per sferrare attacchi in profondità in territorio russo. Putin e Lavrov, dal canto loro, hanno avvertito le controparti occidentali che un’iniziativa simile incrementerebbe in maniera decisiva il coinvolgimento della Nato nel conflitto, alterandone radicalmente e irreversibilmente la natura. Il «Wall Street Journal» sostiene che la strategia portata avanti dagli Stati Uniti sino ad ora sia vincente, in quanto funzionale al contenimento della Russia, mentre per «La Stampa» è erroneo ritenere che il tempo giochi a favore della Russia, e basterebbe che Kiev utilizzasse armi a medio raggio per disarticolare la catena logistica russa. Considerazioni sostanzialmente dello stesso tenore sono state formulate dai direttori di Cia e Secret Intelligence Service britannico, nel corso di un incontro organizzato dal «Financial Times». Parliamo di tutto questo assieme a Francesco Dall’Aglio, medievista, saggista, ricercatore presso l’Istituto di Studi Storici al Dipartimento di storia medievale della Accademia delle Scienze di Sofia e gestore del canale Telegram «War Room». CANALI Telegram: Rumble: Odysee: @Il-Contesto:9 SOSTEGNO 🟠 Bonifico bancario 👉 IBAN: IT82S3608105138278581378601 intestato a Giacomo Gabellini 👉 BIC/SWIFT: PPAYITR1XXX 🟠 Paypal 👉 🟠 Tipeee 👉 I MIEI LIBRI 👉
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