“La Russia è l'oceano delle terre emerse. Questo, esteso su un sesto del mondo, regge le ali spiegate dell'Oriente e dell'Occidente”. Questa affermazione del grande pittore ed esploratore russo Nicholas Roerich può essere utile per introdurre un argomento assai complicato e delicato come quello dello sviluppo dell'autocoscienza russa in rapporto ai concetti (più ideologici che geografici) di Oriente e Occidente. Per ciò che concerne la Russia – è bene ribadirlo – tale distinzione, almeno prima dell'Età moderna, non ha mai avuto particolare rilievo. Di fatto, è solo con l'importazione nell'Impero degli Zar delle rappresentazioni geografiche dell'Europa occidentale a partire dal XVII secolo che l'intelligencija russa comincia a riflettere sul peculiare ruolo dello spazio russo nel contesto geopolitico dell'Europa e dell'Asia. Qui si cercherà di analizzare l'evoluzione del pensiero geofilosofico russo mettendo in evidenza le
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