Le rivolte dei trattori che stanno attenzionando, preoccupando, esplose con rabbia adesso sono come sempre l’ultimo capitolo, l’ultimo episodio di un quadro molto più radicato. Una protesta che dalla Germania si è espansa a macchia d'olio in tutta europa. Al centro della loro rabbia sembra esserci il filo conduttore della pac. Cioè la politica agricola comune cioè quella politica europea che proibisce l’utilizzo di prodotti fertilizzanti che portano a un innalzamento dei costi di produzione, la conversionedel 25 per cento dei terreni agricoli in terreni biologici entro il 2030, l’introduzione sul mercato di quei prodotti che minacciano come dice la Coldiretti il made in la roba Green. Tutte ragioni serissime, ma che ahimè sono solo la punta dell’iceberg. Le vere cause di questo disastro nel settore agricolo e nell'economia europea devono essere ricercate piuttosto nelle conseguenze delle politiche disastrose dell'europa nei confronti della guerra in ucraina. gli agricoltori non sono in protesta da ora ma già da aprile del 2023. Dalle tensioni per il grano ucraino fino al default tedesco analizzeremo tutti i motivi per cui alla base di questi scompensi ci siano i continui rifornimenti di armamenti ed economici all'Ucraina, e come la politica stia cercando di buttare in caciara la questione, cercando di piantare bandierine sulle proteste al solo scopo di sedarle con grande trionfo in virtù delle europee. e mentre a Bruxelles le proteste si infuocano, dentro ai palazzi nuovi aiuti di 50 miliardi all'ucraina vengono stabiliti. un disastro spacciato per grande successo, in un continuo svenamento che non farà altro che peggiorare. #trattori #proteste #agricoltori #bruxelles #europa #ucraina
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