Gli astronomi li chiamano “gioviani caldi”, e sono pianeti che nel nostro Sistema solare non esistono: pianeti grandi almeno quanto Giove, dunque giganti gassosi, ma in orbita strettissima attorno alla loro stella: molto più ravvicinata di quella di Mercurio attorno al Sole. Mondi bollenti, dunque, e nei quali un anno dura solo poche ore. La distanza ravvicinata ha però altre conseguenze: spesso questi mondi rivolgono alla stella sempre la stessa faccia, esattamente come fa la Luna con la Terra. Dunque su un lato del pianeta è sempre giorno e sull’altro è sempre notte. La combinazione di queste due caratteristiche – distanza ultraravvicinata e rotazione sincrona – crea le premesse perfette per dare origine a mondi infernali. Mondi come Wasp-121b, un esopianeta a 850 anni luce da noi. Osservazioni spettroscopiche condotte nel 2018 e nel 2019 con il telescopio spaziale Hubble, analizzate poi da un team guidato dall’MIT e i cui risultati sono stati pubblicati ieri su Nature Astronomy, mostrano come su Wasp-12
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