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FORZA DEL DESTINO - (Dess, Armiliato, Almaguer, Burtchuladze) - Montecarlo 25-1-2008

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Opera di Montecarlo, 25/1/ 2020 Giuseppe Verdi LA FORZA DEL DESTINO Calatrava : Enzo Capuano Leonora : Daniela Dessì/ Manon Faubelle Don Carlos : Carlos Almaguer Don Alvaro : Fabio Armiliato Preziosilla : Lola Casariego Padre Guardiano : Paata Burchuladze Fra Melitone : Roberto De Candia Curra : karine Ohanyan L'alcade : Pierre Doyen Trabucco : Guy Gabelle un Chirurgien : Roger Joakim Choeur de l'Opéra de Monte-Carlo - Choeur de l'Opéra royal de Wallonie Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo Dir: Alain Guingal Regia: Clair Servais ___________________________________________ Pour monter l'ouvrage célèbre de Verdi au Grimaldi Forum à Monaco, il a réuni une distribution de qualité internationale: Daniela Dessì qui est l'une des grandes sopranos du moment, le tènor Fabio Armiliato dont le talent a explosé et a dominé la représentation de vendredi, le mqgnifique baryton Carlos Almaguer, la célèbre basse géorgienne Paata Burchuladze qui éblouit par sa classe, le très bon baryton Roberto de Candia. Tout se beau monde est soutenu par la splendeur du Philarmonique de Monte-Carlo (direction Alain Guingal) et enveloppé par la beauté des choeurs de Monte-Carlo et de Wallonie. L'essentiel du budget a, de toute évidence,été mis dan le plaisir musical. Prima la musica ! Ce n'est pas nous qui nous en plaindrons ! André Peyregne NICE MATIN - 27 janvier 2008 ____________________________________________ Fabio Armiliato, ha debuttato nel ruolo di Don Alvaro, sfoggiando una maturità vocale ed espressiva sorprendenti. Il ruolo che sappiamo massacrante, non rivela in lui il ben che minimo segno di difficoltà o stanchezza dinanzi ad una tessitura spesso drammatica per le sue corde, comunque risolta con intelligenza ed equilibrio, sia scenico che vocale. La cura dei recitativi è meditata ed attenta ai segni d'espressione, così pertinente negli accenti e nei colori da fare di lui uno dei tenori verdiani più in vista del momento, mentre lo slancio vocale in acuto ed il sostegno del fiato in grandi frasi legate (e mi riferisco al “Leonora mia, pietà“ dell'aria del 3'atto, o al mirabile “ve lo giura un sacerdote!sulla terra l'ho adorata“ nel duetto dell'ultimo atto con Don Carlo) lo vedono emergere per la solidità di un canto a suo modo vibrante ed insieme carico di sentimento. Gli esempi della capacità di donare colori pertinenti al senso della frase sarebbero moltissimi e rivelano quanto Armiliato sia oggi, nel panorama tenorile internazionale, esempio di intelligenza musicalità e professionalità da ammirare. Alessandro Mormile : L'OPERA - Marzo 2008 ___________________________________________ Daniela Dessì ha meritato grandi applausi per l’espressività del fraseggio e l’ispirazione dell’accento, per il bellissimo colore della voce, il brillio dei centri, la solidità dei gravi, la dolcezza delle mezze voci, per una mitica gestione del fiato e la naturale fluidità del suono in ogni registro nel cantare un difficile ruolo di Leonora, dipanato quasi sempre sull’acuto. Musicalissima e armoniosa anche nel canto di forza, la Dessì ha creato atmosfere sospese con una linea di canto intessuta di morbidezze e di dolcissimi filati anche rinforzati grazie ad una splendida messa di voce. Ma non crediate che i meriti siano tutti della natura, perché in primis si canta con la testa, “è il cervello che deve guidare il canto”, dice giustamente la Dessì, e lei sa come calibrare la voce. Sempre attenta a restituire le intense sfumature psicologiche del personaggio, umile e forte nel contempo, dolente nell’addio alla sua terra, implorante nella supplica alla Vergine (magia assoluta quella “Vergine degli angeli” a mezza voce con il suono elegante dell’arpa), tormentata nei ricordi indelebili, rassegnata nel soccombere al suo destino, il soprano è di una grandezza irragiungibile e la sua voce dà il brivido che dava la Callas. Fabio Armiliato veste magnificamente i panni di Alvaro, un ruolo terribile per la voce di tenore specialmente nella seconda parte dove il canto è più teso e quasi furioso, e, come Tiberini “ in nessun’opera mai ci parve più grande, sia dal lato del canto che dell’azione drammatica.”… “la deliziosa romanza con cui si apre il terzo atto è stata cantata dal Tiberini (alias Armiliato) con quell’accento di cui egli solo possiede il segreto, e con quella correttezza artistica, che lunge dallo scemare, aggiunge espressività all’accento”… Non potrei trovare parole migliori di queste apparse su La Gazzetta Musicale di Milano il 3 marzo 1869 dopo la prima de La Forza al Teatro alla Scala, per definire la magnificenza di questo interprete al Forum Grimaldi di Monte Carlo. Armiliato, dunque, è stato un raffinato cantante ed un sublime interprete, e una voce veramente bella nel colore timbrico, morbida nel canto a mezza voce, ferma nelle note scure, luminosa nelle ampie arcate melodiche, sicura nelle proiezioni acute. E poi non va sottovalutata la sua presenza scenica. Giosetta Guerra - GLI AMICI DELLA MUSICA; 4 Febbraio 2008

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