In questa canzone il testo di Aldo Stellita è ispirato al film del 1957 “Il settimo sigillo“ di Ingmar Bergman, dove il protagonista gioca a scacchi con la morte prima che questa se lo porti via. È il brano più progressive e più lungo di “Tango“, e in quanto amante dei Genesis il testo non può non ricordarmi una delle canzoni più belle di “The lamb lies down on Broadway“, e cioè “Carpet crawlers“. C'è il tappeto di lana d'agnello (l'Agnello nel libro dell'Apocalisse apre i sette sigilli), il portone da oltrepassare, la scala senza fine, la gente che strisciando sul tappeto ripete “dobbiamo entrare per uscire“, che evoca il passaggio obbligato attraverso la morte. Il testo di Peter Gabriel è più articolato, mentre quello di Aldo Stellita è scarno ed essenziale, e credo che le immagini in questo concerto siano state aggiunte per aiutare a comprenderne il significato. Il film di Bergman a sua volta si ispirava all'Apocalisse di Giovanni, della quale riporto una citazione: “Quando l'Agnello sciolse il primo dei
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