Come nel film di Francesco Citti, “Mortacci” - dove i defunti non possono trovare pace e quindi raggiungere la loro ultima meta, fin quando non moriranno tutti coloro i quali si ricordano di loro - d’Annunzio, negli ultimi anni, è stato continuamente scomodato: ora da quel gruppo politico, ora da quella associazione, piuttosto che da quel dato critico o professore. In altri termini tutti si scoprono dannunziani, ma non è l’amore per la Patria a guidarli, né tantomeno quello per l’arte, ma sempre e solo, il tornaconto politico e economico. Così a suon di film, convegni e celebrazioni si sta facendo di tutto per rendere d’Annunzio “potabile”, in altri termini lontano dal fascismo ed immune da ogni responsabilità riguardo la dittatura che Mussolini, tra il 1925 ed il 1926, instaurò nel nostro Paese grazie alle cosiddette “leggi fascistissime”. L’ultima vulgata che lo vuole dipingere come un dandy anarchico e libertario, cocainomane dalla grande inventiva che seppe farsi cor
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