Vi leggo un libro: Farmacopoli

“Il caso dei vaccini è esemplare. Vediamo come funziona. Negli appalti pubblici - le costruzioni, ad esempio - la differenza di prezzo tra un concorrente e l’altro pesa per non più del 10% sull’esito dell’asta. Per quanto riguarda la spesa sanitaria, invece, la differenza di prezzo nel caso dei vaccini è l’unico parametro preso in considerazione. Il che sta a significare che per il legislatore l’unico criterio per la scelta di un farmaco, di fatto, è il costo. Ovvero: se un vaccino costasse 100 euro, e avesse un indice di qualità pari a 30, un altro vaccino, ma con indice di qualità pari a zero, dovrebbe costare meno di 70 euro. Così sarebbe e competitivo. Accade invece che il Ministero indìca una gara, e vadano a confronto un vaccino ottimo a 100 euro e un altro, meno valido, a 95 euro. In Italia, si compra il secondo, perché la qualità non conta o conta pochissimo! (...) di Giampiero Beltotto e Giancarlo Giojelli