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I ponti non cadono, le torri non crollano

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Naturalmente stiamo parlando dei ponti e delle torri di una volta. Di fronte a queste antiche strutture si resta stupiti e ammirati. Come è possibile che si reggano in piedi dopo secoli, o addirittura migliaia di anni. Certo, molte hanno ceduto, ma non quanto ci si aspetterebbe dopo così tanto tempo. E se anche non avessero mille anni, sono comunque opere che hanno resistito a terremoti, alluvioni, venti fortissimi e intense gelate, sotto il sole cocente o la pioggia battente. Hanno resistito persino agli spostamenti di aria provocati dai fulmini, e a volte dalle bombe. Eppure queste pietre hanno continuato a reggere carichi enormi senza collassare. Qual è il segreto della loro costruzione? Perché dopo tutto questo tempo sono ancora in piedi? Si tratta pur sempre di pietre sistemate l’una sull’altra senza nemmeno l’utilizzo del cemento. Cosa rende la loro costruzione speciale? C’entrano naturalmente anche le solide basi su cui sono adagiate le piattaformi rocciose, che si prevedeva non sarebbero sprofondate nel terreno, ma questa spiegazione non basta, poiché in alcune regioni, come la Grecia o il Montenegro, si avvertono centinaia di scosse all’anno capaci di allontanare gli argini di un fiume. Inoltre, una base rocciosa solida può reggere la prima parte della costruzione, ma non è detto che possa impedire alla volta di cadere per l’usura. Quindi, ancora una volta, qual è il loro segreto? Ecco la spiegazione che mi sono dato: risonanza. Si dice spesso che gli antichi abitanti della Terra conoscessero i segreti dell’etere, che riuscivano ad attivare con suoni e frequenze sconosciute. Se ne parla anche a proposito della costruzione delle piramidi o di altre strutture simili, dai megaliti peruviani a quelli siberiani. E anche le colonne rientrano nel conteggio di strutture oltremodo stabili. Si è scoperto per esempio che i templi sono antisismici, senza però capire perché. Quindi ritorno alla risonanza. Quando un blocco o un rocco o una pietra venivano sistemati, venivano in un certo modo, per noi incomprensibile, privati del peso, e fatti levitare fino alla posizione desiderata. Quando questi pezzi venivano adagiati sui precedenti, conservavano il vuoto eterico che si era creato, come un’assenza di distanza fra le molecole, e pertanto i pezzi si saldavano insieme a formare una struttura unica, una solidificazione, un monoblocco. Insomma come se fra le parti ci fosse stato un supercollante. E’ proprio così che funzionano i collanti chimici di oggi, eliminano il vuoto e avviene la saldatura dei polimeri delle parti, che in questo modo comporranno di nuovo un unico pezzo. Una parte diventa il naturale proseguimento dell’altra. Forse accadeva lo stesso con le pietre. Si creava una tensione radioattiva, l’energia di un magnete. Ecco perché gli studiosi spesso rilevano tracce di radioattività nei ruderi, come è accaduto sul Monte Shoria in Siberia. Considero questa ipotesi anche in base a un altro elemento, che potrebbe essere attendibile, anche se per molti rientra nella sfera del mito: le Trombe di Gerico. Quando Gerico fu distrutta, lo fu perché furono adoperate delle risonanze capaci di sciogliere il collante eterico racchiuso fra le pietre, le quali, avvertendo tutto il loro enorme peso, si sbriciolarono. Allora, se con delle risonanze furono distrutte quelle mura, è facile supporre che allo stesso modo fossero state costruite, e incollate (fra virgolette) fra loro. Quindi risonaze: consonanze, potremmo dire, ma solo per semplificare, per mettere insieme e dissonanze per separare. Come avviene per un bicchiere di cristallo. Concludo con una storia riguardante Tesla. Si dice che avesse costruito un piccolo apparecchio che emetteva frequenze capaci di far vibrare dei palazzi a New York. La polizia fece irruzione nel suo appartamente e lui fu trovato mentre con un martello stava distruggendo l’apparecchio, grande come una sveglia. Ma forse è solo una leggenda.

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