DULCAMARA (cava di saccoccia alcuni libretti, e ne d? uno ad Adina.) “La Nina gondoliera, e il senator Tredenti, barcaruola a due voci.“ Attenti. TUTTI Attenti. DULCAMARA Io son ricco, e tu sei bella, io ducati, e vezzi hai tu: perch? a me sarai rubella? Nina mia! Che vuoi di pi?? ADINA Quale onore! un senatore me d’amore supplicar! Ma, modesta gondoliera, un par mio mi vuo’ sposar. DULCAMARA Idol mio, non pi? rigor. Fa felice un senator. ADINA Eccellenza! Troppo onor; io non merto un senator. DULCAMARA Adorata barcaruola, prendi l’oro e lascia amor. Lieto ? questo, e lieve vola; pesa quello, e resta ognor. ADINA Quale onore! Un senatore me d’amore supplicar! Ma Zanetto ? giovinetto; ei mi piace, e il vo’ sposar. DULCAMARA Idol mio, non pi? rigor; fa felice un senator. ADINA Eccellenza! Troppo onor; io non merto un senator. TUTTI Bravo, bravo, Dulcamara! La canzone ? cosa rara. Sceglier meglio non pu? certo il pi? esperto cantator. DULCAMARA Il dottore Dulcamara in ogni arte ? professor. (Si presenta un notaro.) BELCORE Silenzio! (si fermano) ? qua il notaro, che viene a compier l’atto di mia felicit?. TUTTI Sia il ben venuto! DULCAMARA T’abbraccio e ti saluto, o medico d’amor, spezial d’Imene! ADINA (Giunto ? il notaro, e Nemorin non viene!) BELCORE Andiam, mia bella Venere... Ma in quelle luci tenere qual veggo nuvoletto? ADINA Non ? niente. (S’egli non ? presente compita non mi par la mia vendetta.) BELCORE Andiamo a segnar l’atto: il tempo affretta. TUTTI Cantiamo ancora un brindisi a sposi cos? amabili: per lor sian lunghi e stabili i giorni del piacer.
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