Un anno fa, il 26 aprile, ci lasciava un gigante. Per alcuni, come tutti i grandi, Giulietto non era facile da individuare; anche il suo nome ne nascondeva le proporzioni. Giulietto ci ha fatti crescere professionalmente, ci ha insegnato a vivere, attraverso l'amore per la verità, il rispetto per il pubblico e la consapevolezza che, come scriveva Michail Bulgakov, “la viltà è il peccato più grave“. Queste lezioni, oggi più che mai dolorosamente ricordate, ci illuminano una via difficile, irta di pericoli, il primo dei quali è l'ignavia. Il volersi accontentare. Il pessimismo. Il vittimismo. Lottare non può essere solo una passione improvvisa - ci insegnava Giulietto - ma è il metodico lavoro con cui si abbatte il trono del tiranno. A un anno di distanza, per quanto ci manchi, in realtà sappiamo che Giulietto non se n'è mai andato. Giulietto vive in ogni nostro telegiornale, in ogni editoriale, in ogni intervista. E vive di que
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