Nei giorni scorsi, droni ucraini hanno colpito due stazioni radar di cui si compone la rete strategica di allerta precoce della Russia e il suo danneggiamento, anche temporaneo, deteriora la capacità di Mosca di rilevare con il dovuto tempismo minacce atomiche in arrivo. La dottrina nucleare russa identifica qualsiasi attacco al sistema essenziale di primo allarme nucleare come una ragione sufficiente per legittimare una ritorsione diretta e proporzionale. Parallelamente, il governo di Berlino ha autorizzato l’Ucraina ad avvalersi delle armi tedesche fornite nel corso dei mesi contro obiettivi militari in territorio russo. Resta per il momento esclusa la fornitura degli ormai ben noti missili da crociera Taurus, dotati di una gittata pari ad oltre 500 km. La svolta di Berlino giunge a coronamento delle pressioni esercitate dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che il 27 maggio aveva invocato la revoca del divieto alle forze ucraine di impiegare armi occidentali per sferrare attacchi in pro
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