L’inno “Te splendor et virtus Patris” che si canta ai Vespri di San Michele Arcangelo, fu composto nel 1632 da Urbano VIII Barberini sulla base dell’inno “Tibi, Christe, splendor Patris” attribuito a Rabano Mauro (780/784-856). Te, splendor et virtus Patris, Te vita, Iesu, córdium, Ab ore qui pendent tuo, Laudámus inter Angelos. Tibi mille densa míllium Ducum coróna mílitat; Sed éxplicat victor Crucem Míchaël salútis sígnifer. Dracónis hic dirum caput In ima pellit tártara, Ducémque cum rebéllibus Cælésti ab arce fúlminat. Contra ducem supérbiæ Sequámur hunc nos príncipem, Ut detur ex Agni throno Nobis coróna glóriæ. Deo Patri sit glória, Qui, quos redémit Fílius, Et Sanctus unxit Spíritus, Per Angelos custódiat. Amen. _________________________________ Te, splendore e virtù del Padre, te, Gesù, vita dei cuori, noi lodiamo in mezzo agli Angeli, che pendono dalla tua bocca. Per te milita questa numerosa schiera di migliaia di principi; ma inalbera la croce della salvezza Michele il vincitor vessillifero. Egli, il crudele dragone precipita nei profondi abissi, egli, il duce co’ suoi ribelli fulmina dalla rocca celeste. Contro il superbo duce noi seguiam questo principe, affinché dal trono dell’Agnello ci sia data la corona di gloria. Sia gloria a Dio Padre, il quale, quelli che il Figlio ha redento e lo Spirito Santo ha unto, li custodisca per mezzo degli Angeli. Amen.
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