E può succedere che Leonardo attenda fuori dal teatro Morlacchi con la cornetta in spalla per chiederti un autografo e che tu glielo faccia pregandolo di farti vedere lo strumento. E succede che lui lo prenda e ti chieda se può suonare qualcosa per te. E che attacchi “Doxy” e fraseggi come un grande e che tu prenda il flicorno e improvvisi per lui e con lui accompagnato dal pubblico dei fan che schioccano le dita a tempo. E che alla fine ci si dia un cinque come si fosse nella New York di allora, tra Miles e Rollins, Chet e Bird, quando invece si è a Perugia, in Umbria, Italia. A dieci anni e una vita da vivere Leonardo dimostra quando il jazz non abbia età e quanto sia importante il suo essere vivo e presente nella scuola e nel mondo dell’infanzia. Tra i zero e i centoventi anni. Paolo Fresu
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