#italianpoetry #italianpoems #poetry Leopardi definisce idilli sei delle sue poesie in endecasillabi sciolti, tutte composte tra il 1819 e il 1821, tra cui L’infinito. L’idillio leopardiano non è però la descrizione di un paesaggio naturale, come era invece nella poesia di epoca classica, ma la evocazione di particolari stati d’animo e sensazioni del poeta. In questo idillio, composto nel 1819, Leopardi prende spunto dal paesaggio di Recanati, contemplato da un colle solitario, per raccontare un’avventura dell’anima: un viaggio fantastico nell’immensità, in cui il poeta si perde dolcemente. Sulla cima di una collinetta vicino a Recanati, il poeta sta seduto di fronte a una siepe, che impedisce al suo sguardo di vedere l’orizzonte. Ma proprio questo ostacolo alla vista fa scattare in lui l’immaginazione, che lo trasporta in spazi sconfinati e immensi. Il fruscio del vento tra gli alberi lo riporta alla realtà, ma al tempo stesso gli ricorda il passare del tem
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