Il nome del Forte deriva dal monte Diamante, sulla vetta del quale fu innalzato. Si raggiunge dai Due Fratelli in circa mezz'ora di cammino. In alternativa, da piazza Manin si può utilizzare il trenino di Casella, scendere alla fermata di Trensasco, quindi imboccare il ripido sentiero che sale al Forte. Durante l'assedio austriaco del 1747, la sommità del colle fu scelta dai genovesi, per approntare una ridotta a pianta stellare, con palizzate e gabbioni di vimini pieni di terra. Lasciata sguarnita, sarà occupata dagli austriaci la sera del 12 aprile 1747. Il primo progetto del Forte, redatto nell’estate di quello stesso anno, era inattuabile in quanto si adattava molto bene su una superficie pianeggiante, ma non sulla stretta cima della collina. Fu quindi necessario modificarlo, adattandolo alla morfologia del terreno, mentre i lavori di realizzazione furono interrotti con la pace di Aquisgrana: a quella data erano state preparate le sole opere di fondazione. Nel 1756, incoraggiato da un finanziamento della famiglia Durazzo, fu redatto un nuovo progetto. A seguito di questo, i lavori iniziarono nel giugno dello stesso anno, e terminarono diversi anni dopo. Il Forte settecentesco era leggermente dissimile da quello attuale; le differenze sostanziali erano rappresentate dal tetto originario, in ardesia a spiovente, dalla struttura della caserma e dal recinto di protezione. La copertura dava problemi continui a causa dell'esposizione al vento di mare ed alla tramontana: infatti le tegole si staccavano in continuazione. Dopo l'annessione al Regno Sardo, per risolvere questo problema, il tetto a spiovente fu eliminato, lasciando il terrazzo scoperto. Il 30 aprile 1800, durante l’assedio, su quelle alture si scatenò una violenta battaglia, che vide coinvolto l’esercito austriaco, attestato ai Due Fratelli, ed una mezza brigata francese, arroccata ed isolata sul Diamante. In aiuto di quest’ultima, dal Forte Sperone partì una spedizione composta da due divisioni di linea francesi, le quali attaccarono, vincendoli, gli austriaci ai Due Fratelli. I lavori di completamento e trasformazione furono attuati dopo il 1814, sotto la direzione del Corpo Reale del Genio Sardo. Con la trasformazione del tetto, furono inserite sul fronte principale e sul lato nord delle caditoie. Per raggiungerne il terrazzo, fu realizzata la torre retrostante, con scala elicoidale all'interno. L'ultimo episodio storico di una certa rilevanza risale al 29 giugno 1857, quando un gruppo di rivoltosi mazziniani, con un colpo di mano nottetempo si impossessò del Forte dopo aver assassinato un sergente, ma lo abbandonò subito dopo in quanto la sommossa in città era fallita. L’opera fu abbandonata definitivamente nel 1914. Gran parte delle strutture metalliche sono state asportate alla fine dell'ultima guerra. Dopo il recente restauro, ad opera del Comune di Sant’Olcese, sul quale territorio è collocato, Forte Diamante è chiuso al pubblico
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