- Pieter Bruegel il Vecchio, “Cacciatori nella neve“ (1565), Kunsthistorisches Museum/Vienna - Johann Sebastian Bach, “Orgelbüchlein“ (1708-1713), “Ich ruf’ zu dir, Herr Jesu Christ“, BWV 639, Helmut Walcha/organo. Amo Bruegel più di tutti gli altri pittori del Cinquecento (e in assoluto) perchè è il più affine alla mia sensibilità laica. Perché, diversamente dagli altri pittori cinquecenteschi (rinascimentali e manieristi), rinuncia al «repertorio di immagini tradizionali, conformi ad una concezione categoriale e legalitaria del mondo (iconografie di santi, ritratti di principi)» e rappresenta la vita del suo tempo. E questa vita trasferisce «dal piano della storia ufficiale a quello della esperienza umana vista nella sua interezza, comprendente perciò anche i comportamenti prelogici (la follia, l’immaginazione onirica, l’infanzia), il mondo primitivo e le classi subalterne prive di diritti sociali, annegate nella miseria provocata dall’invasione spagnola e dalle vessazioni dell’inquisizione. Ridotta alla c
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