▷ AIUTA L'INFORMAZIONE LIBERA, SOSTIENICI: Dopo la cantonata presa da #Open sulla presunta smentita di un nostro articolo, è bene fare una riflessione sui ‘presunti’ #factchecker che sempre di più popolano le redazioni dei giornali italiani (e non solo): perché se è vero che il loro è un lavoro utile in un mondo inquinato dalla disinformazione, è altrettanto vero che anche questo, come tutti, è un lavoro che va saputo fare e che non dovrebbe presuppore malizia o interessi altri rispetto a quello della ‘veridicità sostanziale dei fatti’, base della deontologia giornalistica. “Poco tempo fa avevo fatto uno studio insieme ai miei studenti sui fact checker. Il linguaggio che usano è rancoroso, aggressivo. La loro tecnica è quella di puntare su un dettaglio, su un minimo errore, per creare una nebbia sul fatto principale. E poi si scopre che sono tutti finanziati da #Google e #Facebook, quindi da #Blackrock“. Cos
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