L’immagine che i posteri hanno degli Aztechi rimane tuttora ambivalente. Da ingegnosi costruttori, gli ex nomadi eressero la loro capitale Tenochtitlan al centro di un’isola in un lago salato, una delle più grandi città del mondo dell’epoca. Nell’impero azteco tutto era perfettamente organizzato. I sorveglianti mantenevano l’ordine nei mercati, i tribunali pubblici trattavano nobili e cittadini allo stesso modo. Esisteva un sistema scolastico universale per ragazzi e ragazze di tutte le classi sociali. A differenza delle città europee dell’epoca, gli Aztechi prestavano attenzione anche alla pulizia. Oltre a queste conquiste civilizzatrici, tuttavia, ci sono anche prove di rituali crudeli e innumerevoli reliquie dell’epoca azteca si trovano ancora nel sottosuolo della metropoli di Città del Messico. Il sito archeologico più importante è il Templo Mayor, il principale santuario degli Aztechi. Nel 2015, gli archeologi hanno fatto una scoperta sconvolgente non lontano dalla piramide del tempio: migliaia di teschi umani, vittime di cerimonie sanguinose per le loro divinità. Per molto tempo, gli scienziati hanno creduto che i resoconti delle torri di teschi fossero rappresentazioni esagerate che gli scribi aztechi dovettero fare per volere dei conquistatori spagnoli, per giustificare le loro atrocità contro la popolazione indigena. Prima di stabilirsi nel bacino del Messico, gli Aztechi erano un popolo nomade che lavorava come mercenario per altre città-stato. Gli Aztechi continuarono a espandere il loro impero. Esigevano tributi elevati dalle città-stato conquistate sotto forma di cibo, beni e schiavi, molti dei quali finivano in sacrifici di sangue sugli altari dei sacerdoti aztechi. Quando gli spagnoli, sotto la guida di Hernán Cortés, invasero l’impero azteco nel 1519, trovarono subito degli alleati nativi. I nemici degli Aztechi videro negli uomini bianchi l’opportunità di liberarsi dal giogo del dominio azteco e di rovesciare finalmente il capo Moctezuma. Malattie come il tifo e il vaiolo portate dagli spagnoli aggravarono ulteriormente la popolazione indigena. Con oltre guerrieri - nemici degli Aztechi - Hernán Cortés riuscì infine a prendere d’assalto la capitale indebolita nell’agosto del 1521 e a segnare la fine degli Aztechi. Con la loro caduta e la quasi totale scomparsa delle loro fonti, la storia dei Maya, degli Inca e degli Aztechi rimane più avvolta nel mito di qualsiasi altra. Le testimonianze di queste civiltà leggendarie sono tanto affascinanti quanto enigmatiche.
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