Accolto dal presidente della Veneranda Fabbrica Fedele Confalonieri, dall’Arciprete monsignor Gianantonio Borgonovo, dal direttore dei Cantieri della Fabbrica Francesco Canali, dal responsabile della Cava Marco Scolari e da alcune maestranze, l’Arcivescovo è così entrato all’interno della grande Cava Madre, percorrendo passerelle in ferro, scale, passaggi e lastroni su cui intravvedere – tra rivoli di acqua, sabbia, materiale grezzo -, una vena chiara, un accenno di colore rosa, una sfumatura più scura: insomma, l’emozione del marmo del Duomo. Il tutto con la sensazione – condivisa – di trovarsi immersi in un panorama splendido, vicino a immense pareti di marmo, ma anche a un cuore pulsante, quello della Cava Madre, l’unica a oggi attiva con un’estrazione media di 300 mc l’anno, stabilizzata attraverso attente opere di consolidamento, continuamente controllata da remoto e caratterizzata dalla coltivazione in galleria con l’ingresso situato a 563 mt di altezza: 14 i dipendenti, tra cavatori, add
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