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INCAS, FIGLI DEL SOLE (Germania, 2020), di Gabriele Wengler eSandra Papadopoulos, sottotitoli tradotti

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All’apice del suo potere, l’impero Inca si estendeva per tutta la lunghezza delle Ande, dall’attuale Cile all’Ecuador. I loro governanti sono spesso paragonati a Gengis Khan e Alessandro Magno, semplicemente per le dimensioni e la precisione del loro governo. La cosa più preziosa che si poteva sacrificare agli dei erano i bambini. Gli Inca credevano di essere i prescelti. I re Inca si considerano “figli del sole“, re-dio onnipotenti, sovrumani e intoccabili. A nessuno è permesso guardarli direttamente negli occhi. Indossano i loro abiti una sola volta, dopodiché sono considerati sacri e vengono ritualmente bruciati. Anche dopo la morte, un sovrano defunto continua a risiedere nel suo palazzo come una mummia. Anche dopo la morte conserva i suoi seguaci e funge da consigliere indispensabile per i suoi successori. All’epoca si parla di una leggendaria terra dell’oro nella lontana Europa, che suscita desideri fatali in quel luogo. L’oro è la “lacrima del sole“, come la vedono gli Inca. L’oro è anche l’attributo del dio del sole Inti e di suo figlio, il re degli Inca. In loro onore vengono raccolti tesori d’oro incommensurabili. Tuttavia, il metallo prezioso aveva solo un valore spirituale e nessun valore materiale. A nessuno era permesso di guardare il sovrano inca direttamente negli occhi. I sudditi lo veneravano come un dio. Ancora oggi gli Inca sono circondati da un’aura di mistero. Come hanno fatto a raggiungere un’ascesa così rapida in così poco tempo? Non usavano bestie da soma, ferro, ruota o denaro e non avevano la scrittura. Le prove scritte della loro cultura e della loro storia emersero solo con i conquistadores spagnoli. In tutto il Paese furono costruite strutture gigantesche, spesso ad altezze vertiginose, come il complesso di Machu Picchu, famoso in tutto il mondo. Una rete stradale di oltre chilometri serviva a trasportare senza problemi le merci e gli enormi eserciti Inca. Molto rimane ancora oggi inspiegabile. La cultura è affascinante e allo stesso tempo estranea a noi. Gli Inca sacrificavano anche persone ai loro dei, preferibilmente bambini. Nel 1999, un team di ricerca americano-argentino ha trovato siti sacrificali e le mummie di tre bambini sulla montagna sacra di Llullaillaco, a 7000 metri di altitudine. I ricercatori sono riusciti a ricostruire la storia delle mummie dei bambini. Le nuove scoperte hanno fornito la prima visione del rituale di Capacocha, così importante per gli Inca. Come ha fatto un piccolo gruppo di conquistadores a raggiungere l’incredibile e a mettere in ginocchio il più grande impero del mondo? Il documentario fornisce risposte che la ricerca attuale è stata in grado di elaborare.

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