A cura di AntimafiaDuemila. “Sono passati 48 secondi dalle quando, il 23 maggio del 1992, i sismografi dell’Osservatorio geofisico di Monte Cammarata (in provincia di Agrigento) registrano un'esplosione nel tratto autostradale Palermo-Punta Raisi. Con 500 kg di tritolo saltano in aria Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i poliziotti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo. 57 giorni dopo, il 19 luglio, un nuovo attentato. Vengono uccisi Paolo Borsellino e gli agenti Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'anno dopo nuove stragi e nuovi morti: a Firenze, Milano e Roma. In Italia, dove non mancano le stragi impunite, non è poca cosa la condanna definitiva di mandanti ed esecutori mafiosi che hanno partecipato a vario titolo a quei delitti. Ma nonostante gli sforzi già compiuti, con decine di inchieste e processi, restano molti interrogativi e inquietanti verità ancora taciute e nascoste”. Parte da qui il docuvideo che abbiamo voluto dedicare alla commemorazione delle stragi del '92 e del '93. Sono passati 31 anni da Capaci e via d'Amelio. Trenta da quelle di Firenze, Roma e Milano. Negli ultimi mesi ci sono stati l'arresto di Matteo Messina Denaro, sono uscite le motivazioni della sentenza sulla strage di via d'Amelio, c'è stata la sentenza d'appello 'Ndrangheta stragista, che certifica il coinvolgimento anche della 'Ndrangheta in quella strategia di attacco allo Stato e poi la sentenza in Cassazione sul processo trattativa Stato-mafia. Immediatamente, dopo l'assoluzione dei soggetti istituzionali e la prescrizione che ha “salvato” i boss mafiosi, è iniziata la campagna d'attacco e di delegittimazione verso tutti coloro che si sono occupati del processo (magistrati, giornalisti e così via). E a finire nel mirino è in particolare il pm di punta di quel pool che ha condotto l'accusa in primo grado: Nino Di Matteo. Abbiamo voluto ripercorrere l'intera storia, cercando di rispondere alla domanda sul perché fu ucciso Giovanni Falcone. Fino ad arrivare al perché proprio Di Matteo è stato condannato a morte da due capimafia di primissimo livello come Totò Riina e Matteo Messina Denaro. Si può scorgere un unico filo. È oggi, più che mai, necessario un nuovo uomo. Per uscire dal buio e restare lucidi insieme, aiutaci a divulgare consapevolezza. SOSTIENICI TRAMITE BONIFICO ♥️ IBAN: IT63P0326822300052392596590 SWIFT: SELBIT2BXXX (c/c intestato a La Casa Del Sole Edizioni) ♥️ O PAYPAL 👉 ♥️ Per un sostegno RICORRENTE vai qui 👉 Seguici anche su: Telegram: Facebook: Twitter:
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