Le menzogne delle ONG smontate una a una. Parla Oyiza, una ragazza nigeriana tornata in Nigeria Intervista di Michelangelo Severgnini Ho conosciuto Oyiza in rete il mese scorso, tramite un ragazzo nigeriano in Libia. Il fratello di questi era in stato di sequestro sempre in Libia, a Sabha, rapito non da Libici ma da connazionali appartenenti alla mafia nigeriana. Avevano chiesto un riscatto di 4mila euro e per accelerare la pratica avevano sottoposto a tortura il ragazzo, ma la famiglia non aveva questi soldi. Contattate le autorità libiche locali, queste hanno localizzato il luogo del sequestro ma si sono dette impossibilitate ad intervenire perché il luogo del rapimento è situato in una sorta di enclave alla periferia della città di fatto militarmente in mano alla mafia nigeriana che la usa come punto di scalo per i nuovi schiavi appena entrati in Libia dal vicino confine con il Niger. Pertanto il fratello del ragazzo sequestrato aveva chiesto
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