28/04/2013 Libreria Esoterica Milano Per comprendere la tradizione tantrica kashmira che mi è stata trasmessa dalla Yogini Lalita Devi nel 1975, è necessario tornare alle fonti e alla civiltà della Valle dell'Indo che si è sviluppata tra il 2700 e il 1700 prima della nostra era. Questa cultura shivaita, nata da una tradizione matriarcale, è migrata in Kashmir circa 2000 anni fa. È stata tramandata principalmente dalle Yogini, dallo stile diretto e iconoclasta, ed è sfuggita a qualsiasi ordinamento religioso o politico. Questa trasmissione in un lungo faccia a faccia ha sempre avuto la reputazione di non essere graduale. I suoi effetti decostruttivi sono intensi, i decondizionamenti folgoranti e la sua forma poetica, simbolica e densa, riservata a chi ignora la paura: a chi è pronto ad affrontare i propri «demoni» emersi dall'ego. LE VIE SPANDA E PRATYABHIJNA DEL TANTRISMO KASHMIRO La via Spanda o via della vibrazione afferma che nel cosmo tutto è vibrazione e coscienza. Non c'è scissione tra umano, vegetale, minerale, animale. La via Pratyabhijna, complementare allo Spanda, parla del «riconoscimento spontaneo del Sé», l'una racchiude l'altra. Lo Yogin che pratica queste due vie sente un’espansione del corpo, che si unisce al cosmo; è ciò che chiamiamo illuminazione. LA VIA KAULA DI MATSYENDRANATH La via Kaula (l'unione di Shiva e Shakti), o Via della Shakti, palesemente femminile, è legata alla trasmissione delle Yogini. Originaria dell'Assam è giunta in Kashmir grazie al Mahasiddha Matsyendranath e alla sua compagna Konkanamba nell'VIII-IX secolo. Questa via si fonda sul Kaulajnananirnaya tantra. Questo testo contiene una cinquantina di pratiche di visualizzazioni preziose che inducono sensazioni corporee di espansione e integrazione dello spazio, a livello mentale, fisico ed emotivo. Chi è Daniel Odier? Dopo gli studi alle Belle Arti di Roma e all' École des Hautes Études di Parigi, Daniel si reca in India dove, nel 1968 a Kalimpong, incontra Dudjom Rinpoche. Riceve l'insegnamento dello Dzogchen e nello stesso anno diviene discepolo di Kalu Rinpoche; ne segue l’insegnamento e riceve la trasmissione di Mahāmudrā. Affascinato dal Chan, lo zen cinese, studia le affinità del Chan e del tantrismo kashmiro, ispirato dall’erudito cinese C.M. Chen, incontrato a Kalimpong. Sette anni dopo, incontra in Kashmir la Yogini Lalita Devi che gli trasmette il Mahāmudrā kashmiro. Riceve gli insegnamenti mistici più profondi attraverso le vie Spanda (vibrazione), Pratyabhijñā (riconoscimento), e Kaula, la via regale della Shakti. Insegna letteratura poi tantrismo e buddhismo in diverse università americane prima di fondare nel 1995, il centro Tantra/Chan a Parigi. Nel 2000 scioglie il centro per incoraggiare la pratica indipendente. Nel 2004, a Bailin in China, riceve la trasmissione dal grande maestro Chan Jing Hui, discepolo di XU YUN, Empty Cloud. Daniel è riconosciuto come Maestro Chan (Sifu). Riunisce nel suo insegnamento le due vie che gli stanno più a cuore. Daniel tiene seminari in tutto il mondo. Con grande libertà, rifiutando i dogmi, le credenze, le certezze, la postura di «maestro» è molto vicino ai suoi allievi e presenta loro direttamente la nudità della natura del cuore-mente, lontano da ogni religiosità e da ogni dipendenza. Uno dei suoi libri si intitola proprio: «Adios Guru! » Il suo insegnamento si basa sulle pratiche del Vijñānabhairava tantra e del Kaulajñananirnaya tantra ricevute dal suo maestro, la Yogini kashmira Lalita Devi. Trasmette una via iconoclasta e folgorante come è nella tradizione della folle saggezza delle Yogini, offrendo direttamente le pepite del Mahāmudrā kashmiro. Daniel è anche autore di romanzi e poesie. I suoi libri sul Chan e il tantrismo sono tradotti in quindici lingue e trattano dell'aspetto più profondo di queste due vie. Sin dalla pubblicazione dei suoi primi scritti, Anaïs Nin lo ha riconosciuto come «un poeta scintillante, uno scrittore straordinario.» Iscriviti al canale youtube LIBRERIA ESOTERICA MILANO Affinché i commenti vengano approvati rispettare la netiquette di internet. Nessun linguaggio scurrile, niente insulti alla persona e argomentare le proprie opinioni.
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